Gino Ushe: “L’entusiasmo è la chiave giusta per arrivare alla salvezza”

Chi parla è uno dei trascinatori della squadra, il giocatore che finora ha realizzato in venti partite sedici reti, una grande impresa se si pensa che il Fiano Romano fin qui ne ha segnate in tutto ventinove. “Vivo a Fiano Romano praticamente da sempre. Sono arrivato in questa città che avevo solo due mesi di vita ed è qui che ho iniziato a giocare a calcio”. Gino Ushe è uno che di tecnica se ne intende, non è uno sfondatore, non è un mostro di potenza, ma ha tecnica ed intelligenza calcistica. I meno giovani possono immaginarlo alla Mazzola, quello dell’Inter euro mondiale di Herrera mentre i più giovani possono immaginarlo come un “falso nove” di oggi che tante formazioni adottano, tipo Birsa del Chievo: “Mi piace svariare su tutto il fronte offensivo del campo e i gol li ho fatti in posizioni diverse del campo”. A ventitre anni Gino Ushe deve anche pensare al lavoro, da una mano all’impresa di famiglia, la gestione di un bar ristoro presso un distributore di Fiano Romano: “Prima mi occupavo di consegne ma ora mia madre ha rilevato un’attività e mi sembra giusto aiutarla”. Tra un caffè e un cappuccino al Bar Ristoro della famiglia Ushe si parla ovviamente di calcio: “Mi vengono a trovare tanti amici – spiega Gino – e io all’amicizia credo molto”. Attualmente non è fidanzato e probabilmente nella prossima stagione sportiva tornerà ad occuparsi di un’attività che a lui piace molto, allenare la scuola calcio: “Adoro insegnare calcio ai bambini, lavorare con loro è fantastico, spero da settembre di poter ricominciare ad allenare un gruppo”. E dire che la carriera di Gino Ushe ha avuto un lungo stop che ne ha impedito il grande salto di qualità: “Sono stato fermo per quattro anni perché sono stato vittima di un attacco di pubalgia, la forma peggiore che c’è. Per quattro anni non riuscivo quasi a camminare poi ho incontrato un grande specialista del settore, Mauro Badia, che mi ha guarito e mi ha permesso di tornare a giocare al calcio”. Ora le sue qualità calcistiche le mette a disposizione della squadra del suo paese: “Stanno tornando dagli infortuni grandi giocatori come Brunetti, come Mandolini mentre il mio amico fraterno Giulio Pangallozzi questa settimana non sarà con noi, ha un impegno felice, un viaggio con la sua fidanzata. Cercheremo di dargli una buona notizia mentre è in viaggio, che il Fiano Romano sa vincere anche senza di lui”. 

di Sergio Toraldo

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